Lo sappiamo tutti: il bilancio è un documento molto preciso che rappresenta lo stato di salute di un’azienda, divenendo in tal modo uno strumento davvero utile per la gestione della stessa. Ma è proprio così? Sì, a patto che sia elaborato in maniera veramente efficace e con un criterio che lo renda misurabile e sfruttabile per i nostri obiettivi di aumento della redditività aziendale. Ecco allora che possiamo introdurre il concetto di riclassificazione di bilancio. Analizziamo di seguito di cosa si tratta e come applicarlo alla realtà delle piccole-medie imprese italiane.
Il bilancio riclassificato è una precisa rielaborazione del bilancio aziendale, basata su specifici indici di bilancio, che riesce a reinterpretare i dati estratti dalle voci riguardanti il conto economico e lo stato patrimoniale dell’impresa, così da riportarci un esatto quadro delle condizioni economiche e finanziarie dell’azienda.
Questo ci darà la possibilità di poter dare una lettura più semplice e comprensibile del bilancio d’esercizio, non lasciandolo come uno strumento fine a sé stesso, redatto solo per fini burocratici e amministrativi, ma trasformandolo in un mezzo per aumentare i redditi ricavati dall’attività.
Si potranno infatti calcolare informazioni utili sulla situazione finanziaria aziendale, basate sugli indici di bilancio su cui si costituisce il bilancio riclassificato. Sarà così possibile calcolare l’equilibrio economico dell’impresa, il livello di indebitamento, tanto quanto la redditività e l’efficienza, anche in ottica di uno sviluppo futuro.
Quanto scritto è utile sia per le aziende in salute, che guardano con fiducia al futuro e vogliono affrontarlo con una base solida di gestione degli utili e degli investimenti, sia per quelle realtà che attraversano momenti di incertezza, difficoltà o riorganizzazione gestionale, e che necessitano di un supporto per affrontare i cambiamenti inevitabili che si troveranno ad affrontare.
La riclassificazione, così viene definita questa rielaborazione dei prospetti di bilancio, viene suddivisa in due diverse rappresentazioni, che hanno valore e caratteristiche diverse: lo stato patrimoniale riclassificato e il conto economico riclassificato.
La riclassificazione dello stato patrimoniale analizza il livello di liquidità dell’impresa, suddividendo fra attivo e passivo (considerando anche le risorse che andranno a far parte delle casse nel futuro a medio e lungo termine e le tempistiche di esborso delle spese).
La liquidità attiva, così come quella passiva, si possono suddividere in due tipologie, in base alla possibilità, per queste attività, di essere trasformate o meno in denaro liquido. Si parla allora di:
Un’ulteriore suddivisione può essere fatta secondo l’area gestionale a cui appartengono:
La riclassificazione del conto economico consiste nella suddivisione dei componenti di reddito attivi e passivi secondo tre principali aree di competenza: quella operativa, quella accessoria e quella finanziaria.
La riclassificazione del conto economico si basa su tre diversi modelli, di seguito descritti:
Come abbiamo visto, il bilancio riclassificato ci offre una rielaborazione molto precisa del bilancio aziendale, dandoci importanti spunti di analisi, monitoraggio e riflessioni riguardo all’andamento dell’attività. Tramite questo strumento, noi di Lex e Business possiamo affiancare le piccole e medie imprese che vogliono adottare efficaci metodi di pianificazione finanziaria o che vogliono ottimizzare la gestione aziendale tramite il servizio di controllo di gestione.