Peter Drucker è stato consulente dei CEO di General Motors, Procter&Gamble, General Electric, Merck, Motorola, Ford, consigliere di Margaret Thatcher per le privatizzazioni e del presidente della Banca Mondiale: chi è Peter Drucker, l’uomo accreditato di aver creato la scienza del management? E qual è il segreto della grandezza dei suoi insegnamenti?
Peter Ferdinand Drucker nacque a Vienna nel 1909 in una famiglia protestante luterana. Figlio di Adolf (un alto funzionario del governo) e Caroline (una delle prime donne a studiare medicina in Austria), Drucker è cresciuto in una famiglia di intellettuali e certamente la sua infanzia ha avuto un’influenza innegabile nella successiva carriera.
Dopo aver compiuto gli studi di giurisprudenza in Germania e successivamente in economia a Londra, emigrò negli Stati Uniti nel 1937, dove svolse la sua attività di consulente parallelamente all’insegnamento universitario; è stato professore di Management presso la New York University e dal 1971 fino alla sua morte – avvenuta nel 2005 – di Scienze Sociali e Management alla Claremont Graduate University.
Ha pubblicato numerosi libri, così come scritti di politica, finanza e risorse umane, ma noi vogliamo citare qui la sua opera magna, ossia The Practice of Management del 1954, con la quale ha gettato le fondamenta di una nuova disciplina, il business management.
In questa pubblicazione elaborò lo strumento teorico del Management by Objectives (MBO), il cui concetto essenziale si può riassumere così: assicurare che ogni anello della catena di comando faccia la sua parte, ossia, i compiti aziendali dovevano essere suddivisi in obiettivi ben definiti e assegnati alle varie unità organizzative e agli individui. Una rivoluzione per l’epoca.
Ma la sua attenzione si focalizzò soprattutto sulle effettive funzioni dei dirigenti d’azienda, sulla divisione tra loro della performance economica dell’impresa, spiegando la realtà complessa del business e analizzando l’azienda in termini di margini, risorse, potenzialità, bisogni del cliente, con l’obiettivo di costruire i punti di forza delle strategie del futuro.
Drucker stabilì che i due principi cardine alla base di ogni impresa sono innovazione e marketing.
Sebbene innovazione sia diventata la parola d'ordine dagli anni 2010 in poi, Drucker in realtà ne ha compreso l'importanza molto prima e ha scritto sulla necessità per tutte le organizzazioni di esaminarla da molteplici prospettive.
Il primo metodo per avviare l'innovazione è quello che ha definito "abbandono programmato". Cosa significa? Che tutto diventa obsoleto a un certo punto, quindi sarà importante fermarsi per fare posto al nuovo, liberare risorse e liberare capacità per spianare la strada al futuro. Dunque, capacità di anticipare e di investire nelle opportunità del domani.
Secondo Drucker, ogni funzione e ogni segmento dell’organizzazione possono essere investiti dalla creatività e dall’innovazione, ma spesso l’impresa è bloccata per un eccesso di “lealtà” verso quel prodotto o quei processi che ne hanno consentito il successo. Ed è qui che diventa fondamentale un occhio esterno, professionista esperto e consigliere.
Vediamo insieme le quattro domande che Drucker poneva ai suoi clienti per affrontare l’argomento innovazione:
Nell’ottica druckeriana, semplicità e focalizzazione sono le parole chiave da tenere a mente se si persegue l’innovazione di successo, la quale va ricercata attraverso l'analisi di specifiche aree di opportunità: imprevisti, incongruenze, esigenze di processo e metodo, cambiamenti nel settore e nel mercato, cambiamenti demografici, cambiamenti nella percezione e nuove conoscenze.
Per quanto riguarda il marketing, Drucker ne sottolinea il carattere antitetico rispetto alla pubblicità; questa disciplina infatti comporta una profonda conoscenza del cliente, seguita da un’accurata analisi dei suoi bisogni e valori, e di come il proprio business possa rispondere a tali requisiti.
Sono ancora poche le imprese che, occupate a risolvere i propri problemi interni, si sono focalizzate sul mondo del consumatore.
Drucker è stato il primo a mettere in evidenza la rivoluzione introdotta alla General Motors, teorizzando l’importanza del consumatore nella definizione dei processi produttivi.
Anche qui, era solito affrontare l’argomento con i propri clienti ponendo quattro domande:
Quasi tutte le imprese con cui collaborava dovettero rivedere il concetto di customer e riallineare la propria strategia alla nuova visione di un consumatore che non è solo ricevitore di beni e servizi, ma vero e proprio partner dell’impresa.
L’esperienza di analisi – e collaborazione – della General Motors fu così illuminante che Drucker la usò come base per il libro Concept of the Corporation (1946), la sua prima breccia nella teoria del management.
Ristrutturò l'azienda e modificò drasticamente la sua strategia finanziaria per concentrarsi sulla shareholder value e sulla redditività.
Fu sempre lui a introdurre l'idea dell'azionariato dei dipendenti all'interno del gigante automobilistico, in base alla quale veniva data al personale la possibilità di possedere azioni dell'azienda: una mossa accorta che promosse la produttività dei quadri.
La concezione di Drucker dell’organizzazione si può inserire nel filone dell’etica organizzativa, per via dei suoi risvolti umani, sociali e anche morali.
L’obiettivo centrale dell’impresa resta il servizio (o il prodotto) al cliente piuttosto che il profitto, con quest’ultimo solo come mezzo necessario per l’investimento continuo nell’innovazione e nel miglioramento dell’impresa.
In quest’ottica, infatti, le organizzazioni devono funzionare bene non solo per amore del profitto, ma per poter essere utili e contribuire al miglioramento del mondo. Devono essere efficaci e responsabili affinché si possa godere di una società sana e funzionante.
Una visione olistica, che sappia tenere conto dello stretto legame che intercorre tra organizzazioni e società, è il contributo maggiore che un esperto può dare all’impresa. Proprio come facciamo noi di Lex e Business Advisory, consapevoli che dietro alle imprese ci sono famiglie e comunità di persone.
Ti aiuteremo a migliorare la performance del tuo business, rendendo efficaci i tuoi punti di forza e irrilevanti i tuoi punti di debolezza.