Iniziamo subito con il dire che la srl è la più semplice a livello di struttura fra le società di capitali e che queste, a differenza delle società di persone, offrono una maggior protezione dei propri averi, mettendo il patrimonio dei soci al sicuro anche nel caso in cui la società dovesse andar male.
Inoltre è importante ai fini del nostro approfondimento evidenziare il fatto che le società di capitali offrono specialmente la possibilità di avere diverse opportunità di risparmio sul Fisco.
Ma andiamo con ordine! Innanzitutto è opportuno fare una differenza tra:
Per completezza di informazione, riguardo alle tasse sul reddito dei soci, possiamo chiederci: come funziona la distribuzione di dividendi nelle Srl?
A questo proposito sappiamo che gli utili prodotti dalle Srl possono essere distribuiti ai soci sotto forma di dividendi oppure essere accantonati a riserve, obbligatorie o facoltative.
Inoltre, la decisione di distribuire l’utile di esercizio (o le riserve disponibili) deve essere presa dall’assemblea della società, al momento dell’approvazione del bilancio o in un momento successivo.
Quindi, in caso di approvazione della distribuzione degli utili, ogni socio riceverà la propria somma sulla base della quota di partecipazione che ha nella società. Questo significa che la tassazione dei dividendi erogati sarà diversa a seconda della tipologia di partecipazione/quota detenuta presso la società.
Dopo aver fornito queste iniziali informazioni, è doveroso conoscere precisamente quali tasse paga la srl e tratteremo questo argomento nel successivo paragrafo.
Ora veniamo alla trattazione dell’argomento principale, ovvero quali tasse deve versare la srl. Possiamo affermare che sostanzialmente sono due:
A queste dobbiamo poi aggiungere anche l’INPS dei soci ed eventualmente INAIL se sono anche lavoratori.
Inoltre, nel caso di distribuzione degli utili tra i soci, la srl deve versare un ulteriore 26% di imposta.
Tuttavia, è pur vero che si può sempre attuare una corretta e accurata pianificazione fiscale e mettere in atto vari strumenti che consentano di spendere i soldi che la società produce senza dover dividere gli utili e pagare la ritenuta a titolo d’imposta del 26%.
Anche i contributi INPS (definiti dagli imprenditori “tasse”) meritano una considerazione speciale dal momento che non tutti sono obbligati a versarli in una Srl. (ad esempio il socio non lavoratore, per effetto di una sentenza della Corte di Cassazione e confermata dall’Agenzia delle Entrate).
La riduzione delle tasse sugli utili è sicuramente un argomento di interesse comune e viene approfondito al paragrafo seguente.
Partendo dal presupposto che la situazione fiscale delle imprese non è uguale per tutte, ne consegue che ogni impresa deve o comunque può applicare delle strategie, o strumenti, specifici per le proprie esigenze allo scopo di ridurre le tasse in modo corretto.
Per ridurre l’impatto fiscale sulla distribuzione degli utili potremmo citare strumenti come il compenso amministratore, i rimborsi, i buoni pasto, le royalties o altri. Tuttavia, prima di tutto occorre capire la reale situazione della srl, partendo da un’analisi dei numeri attuali. Successivamente si possono eseguire delle simulazioni numeriche, meglio se fatte con opportuni strumenti di pianificazione. In questo modo è possibile valutare, strumento per strumento, l’efficacia sull’impatto fiscale della srl.
Quindi possiamo affermare che esiste la reale possibilità, attraverso una attenta e corretta pianificazione fiscale, seguendo opportune strategie, di abbassare l’utile e ottenere perciò una riduzione delle tasse sugli utili.