Il credito d’imposta è un credito, inteso come agevolazione fiscale, che il contribuente (sia persona fisica che impresa) vanta nei confronti dello Stato. Nel caso specifico dell’azienda il credito d’imposta può essere utilizzato per compensare eventuali debiti dell’azienda nei confronti dell’erario, per il pagamento dei tributi e, quando ammesso, se ne può chiedere il rimborso nella dichiarazione dei redditi.
Il credito d’imposta lo si può avere anche nei confronti di altri enti pubblici come Inps, Inail, Regioni, Comuni e altri soggetti di diritto pubblico.
Tra gli strumenti finanziari, il credito d’imposta è sicuramente uno dei più importanti, specialmente per una piccola o media impresa innovativa, a cui può offrire dei vantaggi in termine di agevolazioni fiscali per gli investimenti.
Il credito d'imposta, infatti, ha a che fare con le tasse e viene utilizzato per avere uno sconto sui tributi da pagare a fine anno, mentre il finanziamento, con cui spesso il credito d’imposta è confuso, permette all'azienda di ricevere liquidità per affrontare una spesa o un investimento.
Ma ora approfondiamo l’argomento e vediamo in che modo il credito d’imposta si crea.
A proposito di sconto sui tributi da pagare, uno dei motivi per cui si crea il credito d’imposta è quello in cui all’impresa vengono addebitate più tasse rispetto a quelle dovute, per un errore di calcolo. In questo caso nasce un credito da utilizzare in compensazione.
Tuttavia, il motivo più frequente per cui oggi si crea il credito d’imposta è quello dei numerosi incentivi messi a disposizione dallo Stato per “spingere” gli investimenti delle imprese.
In particolare, tra i crediti d’imposta che incentivano gli investimenti possiamo evidenziare questi:
In altre parole: lo Stato incentiva l’impresa ad investire, pagando direttamente una parte dell’investimento, sotto forma di credito riconosciuto all’impresa per pagare le imposte. Invece la rimanente parte viene pagata dall’impresa.
Le condizioni del pagamento variano a seconda delle disposizioni presenti nel bando.
Il Ministero, le Regioni o altro ente possono decidere sia la percentuale del credito d’imposta, sia il tetto massimo di spesa.
A questo punto, passiamo ad un argomento di grande interesse, ma anche complicato, almeno in apparenza: come si calcola il credito d’imposta. Semplificheremo la spiegazione attraverso alcuni esempi pratici.
Un esempio pratico aiuta sicuramente a capire meglio come fare a calcolare il credito d’imposta.
Facciamo subito l’esempio di un bando che prevede un credito d’imposta del 30% fino a un tetto massimo di spesa di 700.000 euro.
Per inciso, e poi proseguiamo nell’esempio, vogliamo ricordare che prima di acquistare un qualsiasi macchinario per l’azienda o di avviare un progetto, è necessario leggere accuratamente il bando alla sezione “Spese ammissibili” per essere certi di poter inserire il credito d’imposta nella dichiarazione dei redditi.
Se l’azienda, ad esempio, ha speso 540.000 euro per beni che rientrano tra le “spese ammissibili” del bando, allora significa che si ottiene un credito d’imposta pari a 162.000 euro (il 30% di 540.000) da utilizzare per abbassare le tasse, oppure da rimborsare nella dichiarazione dei redditi.
Perciò, sempre per esempio, se dalla dichiarazione dei redditi, risulta un’imposta a debito pari a 200.000 euro, la nostra azienda dovrà versare, per differenza, solo 38.000 euro (il restante è compensato tramite credito).
Nella dichiarazione dei redditi, l’imprenditore può indicare la modalità in cui utilizzare il credito d’imposta.
In ogni caso il credito non concorre:
A prescindere dalla modalità di utilizzo, la funzione del credito d’imposta è sempre quella di andare a compensare le eventuali imposte a debito risultanti durante l’anno.
I crediti d’imposta del Piano Nazionale Industria 4.0, per disposizioni della Legge di Bilancio 2020, non applicano i limiti di utilizzo:
Da quanto è stato detto nei paragrafi precedenti, appare evidente che il credito d’imposta è un importante strumento che ogni imprenditore dovrebbe conoscere e applicare alla sua impresa. Infatti, l’informazione e l’identificazione, nonché l’applicazione delle eventuali agevolazioni fiscali o crediti d’imposta consentono di ridurre la pressione fiscale dell’impresa e al tempo stesso di investire per migliorare il business, portando vantaggi all’impresa stessa rispetto ai propri competitors.