Come funziona la ritenuta 26?

Ritenuta 26 o tassazione dividendi: come funziona?

Abbiamo affrontato temi diversi nel nostro blog, spesso ci siamo focalizzati sulle migliori forme societarie, su quali di queste siano più vantaggiose rispetto ad altre per quanto riguarda la tassazione.

In particolare, ci siamo spesso soffermati su una forma particolare di società, la Srl e sulle strategie per abbassare la pressione fiscale in questo tipo di società.

Oggi invece, l’Srl sarà sempre la protagonista del nostro articolo, ma andremo a indagare un aspetto che fino ad oggi avevamo tralasciato ma che è arrivato il momento di affrontare: la tassazione dei dividendi.

Ritenuta 26: il quadro giuridico di riferimento

Il quadro giuridico di riferimento per la tassazione dividendi è, ancora una volta, la Legge di Bilancio 2018, legge numero 205/2017 che ha modificato le regole in materia per quanto riguarda la tassazione dei dividendi per le persone fisiche non in regime di impresa.

La novità è l’applicazione della ritenuta al 26%, vediamo in dettaglio di cosa si tratta.

La tassazione dei dividendi

Per quanto riguarda i redditi provenienti da Srl e, più in generale, dalle società di capitali residenti con partecipazioni qualificate, la tassazione dei dividendi varia a seconda della quota societaria che si detiene.

In altre parole, la tassazione che si applica sui dividendi dipende dal soggetto destinatario dei dividendi stessi.

Vediamo più nello specifico i singoli casi:

• Ritenuta 26% sulla totalità della base imponibile per le persone fisiche non in regime di impresa. In questo caso il singolo contribuente non deve rendicontare nulla nella dichiarazione dei redditi perché la ritenuta d'acconto è versata direttamente dalla società. Società che è però obbligata alla presentazione della Cupe e del modello 770.
• Base imponibile del 58,14% per le persone fisiche che lavorano in regime di impresa, ovvero ditte individuali e le società di persone. In questo caso si applicano le aliquote IRPEF.
• Base imponibile del 5% per le società di capitali.

Per quanto riguarda i dividendi distribuiti da società residenti ma derivanti da partecipazioni non qualificate, il regime di tassazione da applicare, a partire dal 2019 è dipendente dal soggetto a cui i dividendi sono destinati proprio come nei casi visti poc’anzi.

Partecipazioni qualificate e non qualificate: approfondimento

Per partecipazioni qualificate si intendono quelle azioni e di conseguenza quelle tipologie di partecipazione al capitale di una società che:

• rappresentano una quota maggiore al 2% dei diritti di voto in assemblea ordinaria oppure il 5% del patrimonio o del capitale, per quanto riguarda le società quotate;
• rappresentano una quota maggiore al 20% dei diritti di voto in assemblea ordinaria oppure il 25% del patrimonio o del capitale sociale, nel caso di società non quotate;
• superano il 25% del patrimonio per quanto concerne le società di persone.

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