La pandemia e la crisi sanitaria hanno causato uno shock: tutto il mondo si è fermato per quasi due mesi.
Blocco dei licenziamenti, sospensione di pagamenti, rallentamento generale dell’economia, ma da qualche mese siamo ripartiti e siamo in attesa di capire cosa ci riserverà il futuro.
Assieme alle attività produttive, purtroppo però, ha ripreso vigore anche la macchina del Fisco che si è rimessa in moto con una nuova serie di pignoramenti nei confronti degli italiani morosi.
Il 15 ottobre è la data che segna l’inizio di questa nuova fase: da questa data, infatti, riprendono tutti gli accertamenti sia dell’Agenzia delle Entrate sia di Regioni e Comuni; attenzione quindi ai pagamenti di Tari, IMU, bollo auto, ecc.
In questo articolo vi spieghiamo come difendersi da Equitalia, in cosa consistono i pignoramenti, quali beni sono a rischio e quali, invece non possono essere pignorati.
In questo paragrafo vediamo cosa sono i pignoramenti e cosa può essere pignorato dal Fisco a partire dal 15 ottobre in poi.
Il vocabolario Treccani definisce pignoramento un “atto con cui l’ufficiale giudiziario, su ordine del giudice, inizia il processo esecutivo di espropriazione forzata dei beni mobili o immobili di un debitore insolvente, al fine di garantire la soddisfazione di un creditore che ne abbia fatto istanza”.
Sono tre le tipologie di pignoramento previste dall’ordinamento italiano:
Con la fine dello stato di emergenza, come abbiamo visto riprendono le attività di riscossione di Equitalia nei confronti degli italiani morosi.
Riprenderanno sia i pignoramenti che erano stati congelati dalla pandemia, sia le nuove procedure di pignoramento.
Vediamo nel dettaglio quali beni possono essere pignorati a partire da questa data.
Possono essere confiscati i redditi fino ad un massimo del 20% del loro importo totale; mentre lo stipendio mensile non può essere “toccato” dal Fisco per più di un quinto del totale se si parla di cifre oltre i 5000 euro, di un settimo per cifre comprese tra 2500 e 5000 euro e di un decimo se al di sotto della soglia dei 2500 euro.
Caso diverso riguarda il conto corrente su cui viene accreditato lo stipendio. Può essere pignorato con il limite massimo di 1.379,49 euro.
Last but not least, i redditi legati ad attività imprenditoriali: questi – purtroppo – possono essere pignorati nella loro interezza in caso di debiti.
Vogliamo finire questo articolo con una nota positiva, elencando i beni che non possono essere soggetti a pignoramento:
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