Quando si parla di Iva annuale ci si riferisce a una dichiarazione in cui vengono riportate le entrate e le uscite del periodo fiscale annuale relativo all’IVA (dell’anno precedente).
Questa dichiarazione deve essere presentata da tutti i contribuenti che sono titolari di partita Iva, e riguarda – appunto – la partita Iva relativa alla propria attività.
Si tratta di una dichiarazione che poi serve per calcolare le imposte, ed è a partire da essa che si definisce il credito o il debito Iva che, a seconda dei casi, compariranno nel rimborso Iva o in liquidazione Iva.
È necessario presentare il modello in modalità telematica nel periodo di tempo compreso fra il 1° febbraio e il 30 aprile dell’anno seguente rispetto a quello in cui la dichiarazione viene presentata. Per procedere è necessario utilizzare il sito web dell’Agenzia delle Entrate.
A partire dal 2016 è entrata in vigore la forma autonoma per la presentazione della dichiarazione, per effetto della quale i contribuenti non sono obbligati a utilizzare il modello Unico quando devono riportare più di una tra: la dichiarazione Irap, la dichiarazione Iva e la dichiarazione dei redditi. Dal 2016, in altri termini, è stata concessa ai contribuenti la libertà di scelta.
In realtà, successivamente, nel 2017 le cose sono cambiate di nuovo, perché la dichiarazione non può più essere presentata con il modello Unico ed è divenuta obbligatoria la forma autonoma per la dichiarazione Iva secondo quanto previsto dalle modifiche alla Legge di stabilità del 2015.
A cadenza annuale o trimestrale è possibile maturare il rimborso Iva, che – come il nome lascia intuire – consiste in un rimborso del credito Iva.
Tutti i possessori di partita Iva, al termine del periodo che hanno deciso di adottare come regime contabile, sono tenuti a calcolare la liquidazione dell’Iva.
In pratica, all’importo dell’imposta delle fatture che sono state ricevute dai fornitori è necessario sottrarre l’importo relativo all’imposta delle fatture che sono state emesse.
Si ha un credito Iva quando l’importo Iva delle fatture che sono state emesse è inferiore rispetto all’importo che si può detrarre dalle fatture dei fornitori; in caso contrario si è in presenza di un debito Iva.
Il credito Iva può essere usato per una compensazione orizzontale o verticale; in alternativa è possibile richiedere un rimborso Iva. Infine, per quanto concerne le somme che non superano i 30mila euro, non c’è bisogno di fornire certificati.