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Cos’è l’ìmprenditoria femminile? Lo scopriamo insieme

25/02/2022
Redazione

Cos’è l’imprenditoria femminile: trend reale o immaginario?

 

Chiedersi cos’è l’imprenditoria femminile nel contesto di mercato attuale non è un mero esercizio filosofico, ma una necessità pratica che ci fa capire se quello di cui si sta parlando è un trend solo immaginario o se, invece, stiamo parlando di un fenomeno che esiste davvero ed è quindi reale.

Di sicuro, c’è ancora molto lavoro da compiere per riuscire a potenziare e a promuovere questo settore, e i numeri lo dimostrano: sia perché, a parità di mansioni, i lavoratori guadagnano di più rispetto alle lavoratrici; sia perché a livello mondiale la forza lavoro è formata da un numero di uomini che è superiore al numero di donne.

Entrando nel dettaglio della questione imprenditoria, si scopre con un po’ di sorpresa che la situazione in Asia è migliore di quella europea o di quella del Nord America.

Cos’è l’imprenditoria femminile: la situazione in Italia

 

Per quel che riguarda il nostro Paese, va detto che il trend italiano si mantiene sulla stessa linea di quello del mondo occidentale. In particolare, su cinque imprese, solo una attività vede una donna al comando.

La presenza femminile nelle start up è ancora più bassa rispetto a quella che si può riscontrare nelle aziende già consolidate, nonostante alcuni studi svolti a livello internazionale abbiano dimostrato che le start up che sono state fondate da donne possono ottenere investimenti con più probabilità rispetto a quelle che sono state fondate solo da uomini.

 

 

Essere imprenditrici oggi

 

Ci sono anche ricerche che evidenziano come le donne, al giorno d’oggi, siano più brave a identificare le esigenze di mercato e a sfruttare le occasioni che ne derivano. Per capire cos’è l’imprenditoria femminile nel mondo attuale, però, si deve focalizzare l’attenzione su un punto, che è quello dell’assenza di role model in rosa. Ma che cosa significa, esattamente? Ciò che vogliamo intendere è che siamo carenti dal punto di vista delle storie di donne imprenditrici che, con il loro esempio, possano stimolare altre donne. La disparità di genere sembra anche essere stata accentuata dalla pandemia da coronavirus.

 

 

Le prospettive per il futuro

 

È legittimo chiedersi, a questo punto, che cosa si debba fare e come ci si possa muovere per favorire l’imprenditoria declinata in rosa. Uno degli ambiti su cui si può lavorare è quello relativo alla formazione: in particolare, sarebbe auspicabile motivare le donne più giovani ad approfondire le competenze in economia, giurisprudenza, tecnologia, ingegneria e matematica.

Le materie appena citate possono fornire un piccolo grande contributo per andare al di là degli stereotipi di genere, e soprattutto possono rafforzare la volontà di andare oltre certe barriere, acquisendo competenze imprenditoriali e manageriali.

 

 

I numeri italiani: alcuni dati utili

 

Alla fine del 2017 nel nostro paese erano solo 1 milione e 331mila le attività produttive in Italia guidate da una donna: ovverosia, neanche il 22% delle imprese totali, secondo i numeri forniti dall’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di InfoCamere e Unioncamere. Bisogna comunque sottolineare anche che, tra il 2014 e il 2017, è cresciuto di oltre il 16% il numero di società di capitali a guida femminile.

Al tempo stesso, diminuiscono in Italia il numero di imprese individuali e di società di persone, che in ogni caso continuano a rimanere la più comune forma giuridica per l’imprenditoria femminile.

La Lombardia, la Campania, il Lazio e la Sicilia sono le regioni in cui sono aumentate in misura più consistente le donne imprenditrici. Uno dei settori più attivi in questo senso è quello del turismo, ma in generale vanno bene anche le attività dei servizi alla persona. Questi sono i punti da cui si può ripartire e i trend da sfruttare per migliorare la situazione italiana.

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