I costi fissi sono quelli che non variano al variare delle quantità prodotte, ovvero quei costi che devono essere sostenuti anche quando l’azienda non produce o non vende e che, quindi, non possono essere modificati nel breve periodo.
Sia che la tua azienda sia un piccolo agriturismo o una grande catena di supermercati i costi fissi sono indipendenti dalle quantità di beni e servizi prodotti: anche se produci e vendi zero dovrai sostenere comunque dei costi ‘strutturali’.
Questa caratteristica è all’origine dell’altra denominazione dei costi fissi, ovvero costi di struttura. Visivamente questo grafico rende l’idea di cosa siano i costi fissi/di struttura:
Abbiamo visto nel paragrafo precedente cosa siano i costi fissi, adesso li analizziamo più nello specifico.
I costi fissi rappresentano quelle spese che l’imprenditore è costretto ad affrontare per iniziare e far proseguire la sua attività.
Se ad esempio un’impresa, di fronte a un calo della domanda, decide di non utilizzare al massimo la propria capacità produttiva, dovrà comunque sostenere dei costi, quali quelli dell’affitto e degli impianti.
Parallelamente, di fronte a un repentino aumento della domanda, l’impresa dovrà incrementare la produzione attraverso l’aumento dei costi variabili, in quanto nel breve periodo non si ha il tempo di modificare gli impianti di produzione attraverso investimenti.
Per queste ragioni i costi fissi sono considerati una costante nel breve periodo.
Se si vuole aumentare la produzione o la produttività della propria azienda o impresa in maniera strutturale è necessario ampliare la capacità produttiva degli impianti.
È importante ricordare che tra il momento in cui si prende la decisione di investire su un miglioramento strutturale della propria azienda e il momento in cui questo investimento diventa operativo e inizia a dare i suoi frutti possono passare anche anni.
Per queste ragioni i costi fissi sono definiti variabili nel lungo periodo, perché l’impresa può modificare la propria capacità produttiva ma solo nel lungo periodo.
Abbiamo visto che nel breve periodo i costi fissi sono quei costi che non variano al variare della quantità prodotta. Per rendere più chiaro il concetto è bene fare una serie di esempi; nella categoria dei costi fissi quindi rientrano:
È chiaro che quando si gestisce una attività è fondamentale monitorare costantemente “le uscite” ovvero i costi. Una riduzione dei costi infatti permette di ottenere enormi vantaggi economici nei confronti dei competitor. In tutto questo assume un’importanza centrale il bilancio di esercizio, ovvero il documento che rappresenta la situazione patrimoniale e finanziaria dell’azienda.
Il bilancio di esercizio è, quindi, l’insieme dei documenti contabili che l’impresa deve presentare, ai sensi degli artt. 2423-2435 bis del codice civile, per rendere chiara e manifesta la propria condizione patrimoniale.
È lo strumento fondamentale d'informazione per i terzi e per i soci al fine di giudicare (almeno in prima approssimazione) la convenienza a mantenere il legame con l'azienda.
Questo documento si compone di tre parti principali:
Come dice il nome, lo stato patrimoniale è il documento che specifica la situazione patrimoniale dell’azienda. È costituito da due sezioni:
È il documento che specifica i costi e i ricavi e i costi di competenza. Si compone di quattro sezioni
La nota integrativa, infine, contiene tutte le informazioni aggiuntive, svolgendo tre funzioni principali:
Abbiamo visto l’importanza cruciale che il bilancio di esercizio riveste e quanto un costante monitoraggio dei costi sia necessario per mantenere alte le performances economiche.
Spesso, però, può essere difficile per chi è immerso nella vita aziendale di avere una visione di insieme. La consulenza in questo settore permette di individuare le dispersioni economiche e consente una migliore comprensione di quali siano le fonti di reddito e di costo della propria attività, per queste ragioni è utile rivolgersi a dei professionisti del settore.