La colpa relativa ai ritardi del Governo italiano nei confronti dell’applicazione di norme o accettazione di piani (es: presentazione Finanziaria annuale, rate, rateizzazioni, piani di rientro, saldo e stralcio, rottamazione, Patto di Stabilità), non è sempre dovuta all'Unione Europea ma spesso alla negligenza della nostra classe politica.
Il compito dell'Unione Europea è infatti quello di fornire linee guida al fine di raggiungere un determinato obbiettivo, ma compete poi ai vari Stati membri assolvere a tali richieste creando leggi e regolamentazioni ad hoc.
Prendiamo ad esempio il Patto di Stabilità: in questo caso l'UE ogni anno chiede ai vari Stati membri di presentare una previsione economica per l'anno successivo, cioè quali saranno le manovre capaci di mantenere uno Stato all'interno del Patto di Stabilità che prevede appunto una soglia economica sotto la quale non scendere (lo Stato sarà altrimenti sanzionato o aiutato a seconda del caso).
Nel caso italiano, l'Unione Europea ha semplicemente espresso parere negativo alla presentazione del documento finanziario annuale. Per essere più chiari, l'UE ha semplicemente comunicato di non essere d'accordo ma non ha posto un veto allo Stato Italiano (è come se avesse detto "A me non sembra un metodo corretto, però sei te Italia a fare le leggi").
Questo parere negativo viene poi strumentalizzato ed usato a piacimento dalla classe politica dirigente al fine di scaricare le colpe di ritardi e continui cambiamenti che, inoltre, vanno a destabilizzare e sfiduciare (e non di poco) tutta l'imprenditoria italiana e quella estera che investirebbe nel nostro Paese (sempre meno).
Questo modo di operare genera continuo caos anche in Agenzia delle Entrate ed Agenzia delle Entrate/Riscossione: per il cittadino e l'impresa significa rimanere sospesi in un limbo di cambiamenti di cui se ne perde il filo.
È dunque spesso necessario l'intervento di professionisti specializzati e continuamente aggiornati per essere in grado di destreggiarsi nella paradossale situazione di eterno cambiamento che però genera stallo.
