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Impresa Familiare: cos’è e come funziona

19/01/2022
Redazione

Impresa familiare: come la possiamo definire?

 

L’impresa familiare consiste in un’attività economica a cui collaborano il coniuge, gli affini entro il secondo grado e i parenti entro il terzo grado in maniera continuativa (ovvero non occasionale), a meno che non si possa configurare un rapporto differente. Alla luce di ciò, pertanto, non possono essere considerati collaboratori familiari coloro che svolgono lavoro dipendente, autonomo o d’impresa; rientrano invece in questa categoria i familiari in pensione.

Chi presta il lavoro nella famiglia o nell’impresa, facendo appunto parte della famiglia, ha diritto al mantenimento in funzione della condizione patrimoniale del nucleo familiare; inoltre partecipa a tutte le vicende che coinvolgono l’azienda, così come agli utili dell’impresa familiare e agli eventuali beni che con essi vengono acquistati, sempre in misura proporzionale alla qualità e alla quantità del lavoro che è stato prestato.

La natura giuridica

 

La costituzione di un’impresa familiare, se si fa fede alla maggioranza degli interpreti, non trova alcun fondamento contrattuale, dal momento che si attua già con lo svolgimento effettivo, da parte di più di un familiare, di una specifica attività economica a carattere continuativo.

Di conseguenza il partecipante assume i doveri e i diritti a cui si fa riferimento negli articoli 230-bis e 230-ter del codice civile, sulla base dell’attività di lavoro che è stata prestata.

 

 

Come funziona l’impresa familiare

 

In una impresa familiare non devono esserci rapporti contrattuali come, ad esempio, la subordinazione, la società oppure il contratto di associazione in partecipazione (ovvero il contratto con cui l’imprenditore garantisce a un associato la partecipazione agli utili), in quanto le medesime fattispecie sono disciplinate da altre norme.

Se l’impresa familiare viene sciolta, ad esempio nel caso di recesso da parte di un familiare, non serve l’intervento di un notaio, bensì una semplice scrittura privata; d’altra parte colui che ha esercitato il diritto di recesso, deve essere liquidato sulla base del lavoro svolto.

Esistono poi una serie di vincoli fiscali di cui bisogna tener conto. In primo luogo in un documento ufficiale, che precede l’inizio del periodo d’imposta, vanno indicati i nomi dei familiari e il grado di parentela che hanno con l’imprenditore; inoltre, la dichiarazione dei redditi di quest’ultimo deve indicare le quote di partecipazione agli utili dei familiari/collaboratori.

Infine, va precisato che l’impresa familiare può essere costituita per lo svolgimento di una qualunque attività produttiva, il che vuol dire che si può trattare di:

  •         un’impresa artigianale
  •         un’impresa agricola
  •         un’impresa commerciale.

 

 

Impresa individuale o no?

 

Per la maggioranza degli interpreti, il carattere di impresa individuale è peculiare quando stiamo parlando di impresa familiare, e deriva dalla circostanza per cui uno dei due coniugi associa i propri familiari alla partecipazione dell’impresa di cui è titolare, assumendo su di sé la qualità di imprenditore, ma anche le responsabilità, gli obblighi e i poteri che ne scaturiscono.

Ecco, quindi, che i familiari non diventano in automatico degli imprenditori, anche se prendono parte alle delibere che riguardano la gestione straordinaria dell’impresa di famiglia. Si può definire l’impresa familiare l’insieme di tutti quei soggetti che cooperano per raggiungere un obiettivo comune e che si basa sulla solidarietà familiare.

 

 

Chi fa parte di un’impresa familiare

 

Anche terzi, estranei alla famiglia, possono collaborare in un’impresa familiare, e anche loro possono beneficiare unicamente dei diritti che derivano dal rapporto di lavoro. I soggetti di un’impresa familiare possono inoltre essere rappresentati anche solo dai due coniugi (o due conviventi di fatto, o due persone che hanno sottoscritto un’unione civile).

I rischi per l’imprenditore in un’impresa familiare: la responsabilità illimitata

 

In base a diverse pronunce della giurisprudenza, titolare dell’impresa è il soggetto che viene riconosciuto, sia per il suo apporto maggiore che per la sua anzianità, come tale dagli altri partecipanti, pertanto gli eventuali creditori dell’impresa potranno essere soddisfatti tramite il patrimonio di quest’ultimo senza limitazione alcuna.

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